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Tra Memoria e Algoritmo: Come l’Arte Contemporanea Naviga il Confine tra Tradizione e Tecnologia

L’arte ha sempre avuto il compito di interrogare il presente attraverso linguaggi in continua evoluzione. Oggi, mentre i musei espongono capolavori di epoche passate, nuove forme espressive emergono all’intersezione tra tradizione e tecnologia. Questo dialogo tra antico e moderno non è solo una giustapposizione, ma una profonda riflessione sulla natura stessa della rappresentazione nell’era digitale.

La Materia e la Memoria: Richter, Burri e l’Eredità Fisica dell’Arte

La grande retrospettiva di Gerhard Richter alla Fondation Louis Vuitton, come descritto nella Fonte 1, ci mostra un artista che ha attraversato sessant’anni di storia dell’arte sfuggendo costantemente alle etichette. La sua opera oscilla tra controllo e disordine, visibile e invisibile, memoria e cancellazione. Particolarmente significativa è la serie Birkenau (2014), dove Richter riproduce fotografie del campo di sterminio di Auschwitz per poi cancellarle quasi completamente con campiture astratte, interrogandoci sui limiti dell’immagine come forma di testimonianza.

Questa riflessione sulla materia come veicolo di memoria trova eco nella mostra “Prampolini Burri. Della Materia” a Lugano (Fonte 6). Qui, Alberto Burri propone la materia in una chiave poetica radicale, sostituendo il colore con elementi crudi e umili. Le sue opere, come Rosso Plastica del 1962, rivelano “un territorio materico ignoto” attraverso l’uso del fuoco come strumento creativo. Burri, come Richter, sembra suggerire che la materia stessa, nella sua concretezza, sia essenziale per affrontare i traumi della storia.

Parallelamente, il film “Arsa” del duo MASBEDO (Fonte 3) esplora come l’arte possa nascere dal recupero degli scarti. La protagonista “sublima ciò che è stato abbandonato, sia fuori che dentro di sé”, trasformando detriti in arte. Come spiega Nicolò Massazza: “Raccoglie i resti del mondo per rileggerli, per ridare loro un respiro. La plastica, il ferro, gli oggetti spezzati diventano nel suo laboratorio organismi vivi”.

Dall’Analogico al Digitale: Nuovi Confini della Creazione Artistica

Mentre gli artisti del XX secolo esploravano i limiti della materia, oggi ci troviamo di fronte a una nuova frontiera. La Fonte 7 indica che il Victoria and Albert Museum ha iniziato a collezionare “early artefacts of generative artificial intelligence”, riconoscendo l’intelligenza artificiale come un nuovo medium artistico con una propria materialità e storia.

Questa evoluzione riecheggia il percorso di Richter, che nella sua carriera ha abbracciato anche le tecnologie digitali. Come evidenziato nella Fonte 1, le sue installazioni come Strip sono “composte da sequenze digitali di colore derivate da segmentazioni di precedenti opere astratte”, creando un ponte tra la tradizione pittorica e le possibilità offerte dagli strumenti digitali.

Anche il passaggio dal medium tradizionale a nuovi linguaggi è evidente nel lavoro di MASBEDO (Fonte 3), che hanno trasferito la loro arte visiva al cinema. Come afferma Massazza: “Il cinema ci ha permesso di far respirare le immagini, di abitarle non più come icone fisse, ma come presenze vive, in movimento”. Questa transmedialità rappresenta una tendenza fondamentale nell’arte contemporanea.

La fotografia di Letizia Battaglia, esposta ad Arles (Fonte 5), rappresenta un altro esempio di come un medium tecnologico del passato continui a dialogare con il presente. Le sue 160 immagini in bianco e nero, che documentano la Sicilia e la mafia, mostrano come la fotografia analogica mantenga una potenza espressiva unica nell’era digitale.

Riscoprire e Preservare: Il Valore del Frammento nell’Era dell’Immaterialità

Un aspetto cruciale di questo dialogo tra tradizione e innovazione è il valore attribuito al frammento e al recupero. Il Frammento Vaticano di Giotto (Fonte 4), unica testimonianza del lavoro dell’artista nell’antica Basilica di San Pietro, è stato sottoposto a un complesso restauro che ne ha ripristinato l’aspetto originario. Questo processo di recupero è simile a quello che vediamo con l’Ecce Homo di Caravaggio (Fonte 2), riscoperto nel 2021 a Madrid e ora esposto a Napoli.

Queste operazioni di riscoperta e restauro non sono solo atti di conservazione, ma anche di reinterpretazione. Come il personaggio di Arsa che raccoglie detriti per creare arte (Fonte 3), i curatori e restauratori contemporanei recuperano frammenti del passato per costruire nuove narrazioni.

Nell’era dell’immaterialità digitale, dove le immagini si moltiplicano all’infinito, questi frammenti fisici acquistano un valore quasi sacrale. Eppure, come suggerisce l’interesse del V&A per l’intelligenza artificiale (Fonte 7), anche le creazioni digitali stanno iniziando a essere considerate artefatti da preservare e studiare.

Riferimenti:

  1. http://www.arte.it/notizie/mondo/gerhard-richter-il-tempo-la-memoria-22481
  2. http://www.arte.it/notizie/napoli/doppio-caravaggio-a-capodimonte-un-dialogo-tra-l-ecce-homo-e-la-flagellazione-di-cristo-22480
  3. http://www.arte.it/notizie/italia/dall-arte-visuale-al-cinema-parla-nicolò-massazza-di-masbedo-arsa-una-forza-tra-solitudine-e-rinascita-22479
  4. http://www.arte.it/notizie/firenze/in-mostra-il-frammento-vaticano-unico-superstite-degli-affreschi-di-giotto-per-san-pietro-22478
  5. http://www.arte.it/notizie/mondo/ad-arles-letizia-battaglia-in-160-scatti-22475
  6. http://www.arte.it/notizie/mondo/a-lugano-burri-e-prampolini-si-confrontano-sulla-materia-22473
  7. https://www.vam.ac.uk/blog/museum-life/ais-new-frontier-collecting-early-artefacts-of-generative-artificial-intelligence